Guerra, migrazioni, ecocidio: un nesso per comprendere le guerre contemporanee è il titolo del WE a cura di Gennaro Avallone (Università di Salerno) che si terrà il 10-11-12 gennaio 2025 nel Centro Studi "Elisa Scali" in via Umberto I, 106, a Roccella Jonica. L'iniziativa è dedicata ai civili palestinesi, che continuano a essere violentati da un centinaio di anni (il mandato britannico della Palestina è del 1920) senza soluzione di continuità.
DOVE E QUANDO
Centro Studi "Elisa Scali"
- 10/01 ore 17.00
- 11/01 ore 17.00
- 12/01 ore 9.30
COME PARTECIPARE
Per il modulo di iscrizione clicca QUI
Quota di partecipazione:
- 30 €.
- 20 €. (soci Scholé)
- 10 €. (studenti liceali / on-line)
Agli iscritti on-line sarà inviato il link Zoom per partecipare. Ai partecipanti sarà consegnata l'antologia con i materiali scelti dal relatore, il quaderno, la penna e l'attestato di frequenza. Per versare la quota è possibile effettuare un bonifico, utilizzare PayPal, donarla in presenza.
BONIFICO: Associazione Culturale Scholé Centro Studi Filosofici
Iban: IT79Q0103081520000000634622
Swift/Bic: PASCITM1RC8
Banca: MPS Banca
Causale: Think Sharing WE gennaio 2025
PAYPAL: paypal.me/schole106
Per info:
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ABSTRACT
Gennaro Avallone Guerra, migrazioni, ecocidio: un nesso per comprendere le guerre contemporanee
Il rapporto tra guerra e crisi ecologica strutturale è divenuto sistematico negli ultimi 50 anni. Dall’invasione statunitense del Vietnam in avanti, questo nesso ha assunto in una serie di casi le forme dell’ecocidio, costituendo l’inabitabilità degli ambienti di vita a lungo oltre che a breve termine come una condizione sempre più probabile delle guerre. Secondo alcuni analisti, essa è parte delle strategie militari e, quindi, non ne è una conseguenza non voluta o secondaria. Così come non lo è la produzione di rifugiati e sfollati interni, anche essi oggetti di progetti militati e politici che tendono a renderli mere pedine a disposizione dei poteri che si combattano. Questa subordinazione agli interessi della guerra è resa ancora più grave dalle politiche migratorie internazionali che hanno teso durante l’ultimo cinquantennio, con un’accelerazione e intensificazione nell’ultimo trentennio, a ridurre la mobilità e le vie di fuga per le persone potenziali richiedenti asilo. Il contributo alla discussione proposto ha, in definitiva, l’obiettivo di mostrare i nessi strutturali che tengono insieme le politiche ostili alle migrazioni forzate (dunque, con specifici tratti di autonomia dal controllo dei cosiddetti flussi esercitato dagli Stati) con quelle di guerra ed ecocidio, giungendo alla conclusione secondo cui il movimento pacifista e il movimento per la giustizia climatica possono agire coerentemente con le loro ambizioni nel mondo di oggi solo se mettono al centro della propria iniziativa la rivendicazione del diritto universale di circolazione.